Da San Francesco una passione per il Vangelo e per l’uomo…
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Il Burundi, uno dei più piccoli Paesi del continente africano (grande poco più del Piemonte) conta circa 12 milioni di abitanti che vivono su un altopiano stracolmo di piccole colline (per questo il Burundi, insieme al Rwanda, è chiamato “il Paese delle mille colline”).
La posizione geografica – area dei grandi laghi, lontana dai due oceani che lambiscono l’Africa – lo ha tenuto nascosto ai grandi esploratori europei e solo alla fine dell’Ottocento venne “scoperto” dal tedesco Oscar Baumann. Subito dopo arrivarono i primi missionari, così che il cristianesimo ha celebrato in questi anni il primo secolo di vita.
La Chiesa cattolica rappresenta la prima religione per il numero dei fedeli, accanto ad altre confessioni cristiane. Attualmente il Burundi, come la maggior parte dei Paesi africani, è invaso dai due movimenti dell’islamizzazione e della cinesizzazione. Questo “piccolo cuore dell’Africa” è apparso varie volte sulle cronache internazionali per le guerre etniche (hutu, tutsi e twa) che da circa 50 anni lo hanno insanguinato.
I Frati minori giunsero nell’Est del Paese nel 1973, invitati dal Vescovo Joachin Ruhuna che affidò loro il grande numero di lebbrosi, oltre alla Parrocchia di Kayongozi. E proprio in questo sperduto villaggio, non lontano dalla Tanzania, i frati liguri, aiutati dai confratelli trentini, hanno dato corpo alla duplice consegna, quella pastorale e quella caritativa.
La Parrocchia, con 10 succursali distanti decine di chilometri percorribili su piste e su strade di argilla e di roccia, conta circa 20 mila abitanti, ai quali sono stati offerti i servizi religiosi, le catechesi, la vicinanza anche nelle sperdute capanne disseminate sulle colline.
Le mille forme della carità hanno trovato il loro cuore nel Villaggio san Francesco che nel corso dei decenni ha coniugato le braccia aperte dell’accoglienza ai differenti bisogni della gente: dapprima lebbrosario poi orfanotrofio per i bambini i cui genitori erano stati uccisi nelle guerre fratricide, poi ancora accoglienza dei vecchi soli e dei bambini denutriti e attualmente, oltre a contenere ancora un certo numero di lebbrosi, vecchi e bambini malati, un crescente numero di disabili con differenti tipi di handicap, curati con amore e competenza da fra Giuseppe. Ora il Villaggio san Francesco è diventato un Centro Sanitario con personale locale qualificato in grado di gestire alcuni reparti ospedalieri, di curare le varie forme di disabilità ed ancora di provvedere alla formazione sanitaria del territorio.
Attualmente il gruppo dei frati annovera anche i confratelli nativi del Burundi e di altri Paesi africani, è coadiuvato dalle Suore Francescane di N. S. del Monte e opera con alcuni laici che sono stati formati dalla stessa Missione e ai quali è stata chiesta una grande responsabilità nella gestione della Parrocchia, del Villaggio, delle adozioni e delle iniziative di autosostentamento.
I Missionari
Originario di Montodine (CR), classe 1966, è un fisioterapista.
Si occupa principalmente dei bimbi disabili e attualmente ricopre il ruolo del direttore del Villaggio S. Francesco.
Fr. Giovanni è nato a Rovato (BS) nel 1977, ha vestito l’abito francescano a 22 anni. Nel 2008 è ordinato sacerdote. Matura una lunga esperienza presso gli Spedali Civili di Brescia, esperienza caratterizzata dalla vicinanza alla sofferenza e alle famiglie, nella condivisione della malattia e della morte. Dal 12 febbraio 2021 si trova presso la fraternità di Kayongozi dove ricopre il ruolo del guardiano.
Fr. Ivan Dalpiaz originario di Coredo in Val di Non (TN) dove è nato nel 1972. Inizia la vita francescana con l’anno di noviziato nel 1994, la professione solenne nel 2000. Appassionato di iconografia, ha fatto parte della prima presenza dei Frati minori in Senegal dal 2016-2019. “Ritorna” in missione, sempre in Africa, destinazione Burundi con il ruolo del economo.