“Sorella” lebbra? Il cantico possibile nel nostro tempo
La lebbra esiste ancora. Si tratta di una malattia contagiosa, causata dal batterio Mycobacterium Leprae, ed è endemica in oltre 120 paesi del mondo. E’ una delle malattie tropicali neglette (mtn) individuate dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ed è ancora un problema sanitario importante in vari paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America latina, dove le condizioni socioeconomiche precarie ne favoriscono la trasmissione. Se non adeguatamente trattata può causare disabilità permanenti, perché il batterio colpisce i nervi periferici e l’apparato oculare.
Dal 1981 è però curabile e dopo l’inizio della terapia, la malattia non è più contagiosa e non è quindi necessario l’isolamento. Negli ultimi tre anni il numero annuale delle persone diagnosticate è in aumento, dopo il calo dovuto alla pandemia da Covid-19, durante la quale il personale sanitario dei servizi di trattamento della malattia è stata assegnato ad altre attività. Secondo l’ultimo rapporto dell’Oms le persone diagnosticate nel corso del 2023 sono 182.815, con un aumento del 5% rispetto al 2022 che già aveva registrato un +23,8% rispetto al 2021. Per valutare l’impatto reale della lebbra, sono cruciali alcuni indicatori come la percentuale di bambini colpiti e le persone con gravi disabilità al momento della diagnosi. Nel 2023, il 5,7% delle persone diagnosticate erano bambini, segnalando una trasmissione attiva, mentre è aumentata del 12,8% la percentuale del numero annuale di nuovi casi con disabilità gravi (diagnosi tardiva).
Secondo le stime dell’Oms, nel mondo vi sono più di tre milioni di persone, già curate, che presentano disabilità gravi permanenti. Inoltre, lo stigma nei confronti delle persone colpite è ancora oggi un grave problema e, nonostante il trattamento, queste persone, soprattutto se presentano disabilità, non hanno opportunità di reinserimento sociale. In diversi Paesi si segnalano ancora atti discriminatori o, addirittura, sono presenti leggi discriminatorie.
Il cammino verso un mondo senza lebbra è lungo e presuppone azioni integrate verso l’obiettivo “Tre Zeri”: zero trasmissione, zero disabilità e zero discriminazione. A questo si aggiunge l’importanza della ricerca scientifica, fondamentale per superare le lacune ancora presenti, in particolare legate alla profilassi primaria (vaccino).
Anche le nostre missioni, e soprattutto l’ospedale di Cumura in Guinea Bissau e il Villaggio San Francesco in Burundi, sono in prima linea nella cura dei fratelli e sorelle con il morbo di Hansen e di tutti i malati per i quali richiamiamo il tema della giornata del malato 2025:”con i sofferenti, pellegrini di speranza”.
In questo anno giubilare, in cui celebriamo anche gli 800 anni del Cantico delle creature, vogliamo guardare con rinnovata speranza all’impegno per includere tutti coloro che soffrono in una rete di relazioni umane e umanizzanti. Anche la malattia può diventare “sorella”, ma solo se accanto a chi soffre c’è chi fa di tutto per accompagnare, sostenere e accogliere.
fr. Pietro Pagliarini
Animatore Provinciale Missioni ad gentes