Papa Francesco in Papua Nuova Guinea

Ciao a tutti. Stanno passando due mesi veramente pieni di eventi che non mi hanno dato respiro. Quello che mi sorprende  è che non mi sia venuta la malaria dopo tutto il lavoro fatto. Specialmente ad agosto. Abbiamo avuto tre settimane con 3 gruppi di 45 e 25 persone nel Centro: giovani, maestri di scuola cattolica e catechisti.                                                                                  Il nostro Centro è piccolo per questi gruppi ma siamo riusciti a far sì che tutti siano stati stracontenti di essere quà, tanto da stare sempre un giorno in più dalla pace che hanno trovato. A Ottobre condurrò un ritiro per un nostro frate che diventerà diacono a novembre, poi gli ultimi giorni del mese avremo il ritiro annuale dei frati a Madang, una città sulla costa, e anche l’Assemblea Generale. Al ritorno dall’Assemblea ancora tre settimane di ritiro, per tre suore e per i sacerdoti della Diocesi.                       Per Cristo Re stiamo organizzando una due giorni di Festival dei Bimbi al termine di due anni in cui la chiesa locale in PNG ha chiesto di rafforzare la catechesi dei bambini e il loro ruolo in parrocchia. Poi in dicembre terrò ancora dei corsi per catechisti in un altra zona della Diocesi e un altro ritiro per una suora. Insomma, forse la malaria mi verrà dopo il Natale!

 Qualche mese fa, mi avevano chiesto molto informalmente se potevo tradurre il Papa dall’italiano al Pidgin English. Ero rimasto un po’ contraddetto poi, sapendo che non ci sono molti italiani che conoscono bene il Pidgin, ho accettato. Naturalmente non mi hanno detto nulla di cosa avrei dovuto fare e come… Fino a tre giorni prima dell’arrivo del Papa. Io ero andato a Port Moresby una settimana prima per guidare un workshop sulle finanze ai guardiani e agli economi della Fondazione.                                                               Per caso ho incontrato il sacerdote che organizzava la presenza del Papa e mi dice che il suo discorso era arrivato e che forse avrei dovuto tradurre anche il discorso del Governatore Generale dall’inglese all’italiano. Io sono rimasto di sasso! Mi han sempre parlato di traduzione in Pidgin ed ora all’ultimo momento mi dicono dell’inglese. Devo dire che mi è venuta un pò di paura. Il giorno prima dell’arrivo del Papa mi hanno spedito in hotel, dove  avrebbero pernottato anche vescovi dal Pacifico e altri invitati, oltre alla truppa del Vaticano. Ancora non sentivo l’emozione, anzi ero così preso da tante cose che solo la sera del suo arrivo ho incominciato a sentire l’atmosfera papale. Le strade della città erano piene di gente da giorni, provenienti da altre regioni, e quà non ci sono strade. Hanno viaggiato in aereo, molto costoso, mentre altri dalle regioni confinanti hanno camminato anche per una settimana per arrivare a Port Moresby. Le foto del Papa per le strade, le bandiere del Vaticano, ma tutto molto tranquillo. Il governo ha stanziato soldi per preparare gli spazi nello stadio e per la sicurezza all’aeroporto. A differenza di 29 anni fa quando venne Papa Giovanni Paolo II, questa volta sono stati distribuiti i pass, con ID, soprattutto per il clero, i religiosi, i seminaristi e altri addetti ai lavori; è c’è stata un pò di confusioni per ritirarli. Il mio non lo trovavano, poi me l’hanno rifatto, poi è scappata fuori una suora urlando: P. Gianni è un VVIP, il suo pass speciale ce l’ho io! Quindi ha strappato quello che mi avevano rifatto. Io ridevo come un matto! Tutti mi conoscono e pensavano avessi un VIP pass, e mi sono un po’ vergognato di passare tra i VVIP.

La sera dell’arrivo ci hanno portato con una scorta della polizia verso l’aeroporto, e per tre kilometri la gente era assiepata per la strada, con candele, cantando e pregando. Arrivati in aeroporto tutti i vescovi erano già là ad aspettare l’aereo che è arrivato dopo 5 minuti. Lì l’emozione è sbocciata, e una grande gioia mi ha attenuato le paure di tradurre in inglese. La mattina dopo alle 7.30 mi hanno portato nella sala dove avrei dovuto tradurre, un complesso nuovo, in cui non ero mai entrato. Eravamo  in anticipo di tre ore, ma dovevo ambientarmi in un posto che non faceva per me. Mi hanno spiegato come funzionavano i microfoni, e basta. Poi un’ora prima dell’arrivo del Papa, quelli del Vaticano vengono da me e mi dicono: la traduzione del discorso del Governatore non è stato tradotto in italiano da Roma.                                                                                         

Quindi ho incominciato a tradurre le tre pagine di discorso e devo ammettere che mi sono accorto che non so più l’italiano!

Mi è venuto il panico, non mi venivano le parole, dovevo sempre cercare sul cellulare, e ho finito di tradurre all’arrivo del corteo papale… Comunque è andato tutto bene, mai fatto il traduttore simultaneo in vita mia, e farlo al Papa è stato un po’ da incoscienti!

Quando il Papa si è seduto e gli hanno messo gli auricolari ho detto: mi sentirà o no?        E ho iniziato. È stato bravo, non ha cambiato di molto il discorso preparato, ha però aggiunto una parte abbastanza lunga sulle donne, della loro sofferenza quà ma anche del ruolo che avranno nel futuro del paese e della Chiesa.

Alla fine il Papa è scomparso, è andato a incontrare i politici di altre nazioni presenti, poi all’improvviso è ricomparso, spinto velocemente sulla carrozzella verso l’uscita, ma lui ha notato tutti i vescovi in fila e ha deciso di salutarli, al che anche io mi sono messo  tra i fotografi e quando è passato sono balzato in avanti e gli ho chiesto di benedire delle corone che delle donne mi avevano dato apposta. E così ha fatto, io ero bloccato, non ho detto nient’altro. Il Papa sembra sempre stanco e scocciato quando arriva, ma poi quando inizia ad incontrare la gente si rigenera! La sua visita è continuata nel pomeriggio coi disabili e poi il clero, i religiosi e i seminaristi… Io non sono andato ma ho fatto da autista ai miei giovani frati, accompagnandoli e riportandoli a casa. Anche alla Messa del Papa non sono andato, perchè alcuni dei nostri frati desideravano la Messa in convento e allora sono andato da loro; non avevano il pass per andare allo stadio. Ce la siamo guardata in TV, molto più tranquillo. Nei giorni in hotel ho incontrato un pizzaiolo tedesco, faceva una buona pizza e si fermava ogni giorno a parlare con me e per l’ultima colazione mi ha portato un ciabatta appena uscita dal forno, fatta apposta per me, con un taglierino di mortadella, salamini e formaggi. Che gentile!

I commenti del dopo visita sono stati tutti positivi, anche da parte di non cattolici. Il fatto che il primo ministro non abbia dato il benvenuto al Papa il venerdì sera, (l’ha fatto solo domenica mattina), non è piaciuto a molti. É un avventista, quindi rispetta il sabato, che inizia il venerdì sera; così non ha rispettato il Papa. Proprio lui, che voleva cambiare la Costituzione e dichiarare la Papua un paese cristiano, decisione non sostenuta dalla chiesa cattolica e caduta nel vuoto per ora. Tutta la Costituzione è basata su principi cristiani e cattolici direi, l’inno nazionale sembra una canzone di chiesa e San Michele Arcangelo è citato come protettore della Papua: più cristiano di così!

La breve visita a Vanimo, vicino ad Aitape, una visita privata quasi, è stata molto calorosa, con meno sicurezza intorno, ma in un clima molto gioioso, visto che il 75% della popolazione in quella zona e cattolica.

Son stati giorni particolari: la gente così felice per le strade, e un Papa così semplice e ancora più dolce in carrozzella. Sono certo che tante bugie che altri cristiani dicono sul Papa sono state spazzate via e la bocca di tanti predicatori apocalittici è stata tappata.

Ho sentito una chiesa più leggera, meno pomposa; i discorsi del Papa molto semplici e rispettosi di tutti. Un uomo di pace e in pace, nonostante tutto quel che succede in Europa.

Non mi sorprenderei se decidesse di cambiare casa e spostare la sede papale qua in Asia, tanto si è trovato bene!

                                                                                                                                     Un abbraccio!+                                                                                                                                          Gianni