La mattina del 6 febbraio u.s. un terribile terremoto ha colpito la Turchia e la Siria seminando distruzione e morte.
I Frati della Custodia di Terra Santa stanno vivendo in prima persona il dramma umanitario che questa calamità ha causato. In Siria sono state colpite in modo particolare le zone del Nord Ovest, dove i frati sono presenti: le comunità della Valle dell’Oronte, Aleppo e Latachia.
Il devastante terremoto ha causato migliaia di morti e il bilancio non è ancora definitivo. Chi è riuscito a salvarsi, lo ha fatto scappando per strada, di notte, al buio, sotto la pioggia e la neve, con i bambini in braccio. In Siria, già piegata da 12 anni di guerra civile, in una notte gelida, che ha lasciato solo morte e distruzione, ci si è trovati a scavare tra le macerie.
Il Custode di Terra Santa fr. Francesco Patton (nella foto), nel mese di marzo, si è recato in loco.
“Con questo viaggio – racconta – ho voluto innanzitutto esprimere la mia vicinanza ai frati. Ho manifestato il mio appoggio, la mia riconoscenza, ma soprattutto la mia gratitudine al Signore per il loro lavoro quotidiano”.
La grande opera di accoglienza che i Frati della Custodia hanno svolto fin dai primi momenti dell’emergenza ha visto l’accoglienza di 6000 persone al Terra Santa College di Aleppo (l’istituto educativo gestito dai Frati Minori della Custodia) ed hanno organizzato una mensa per gli sfollati, arrivando a servire 4.000 pasti al giorno. Anche a Latakia la mensa dei frati ha distribuito più di 400 pasti al giorno. C’è una grande generosità ed un’attenzione rivolta non solo ai Cristiani latini ma anche ai musulmani. Il risultato di tutto questo è stato l’aiuto reciproco tra le diverse comunità: la Mezzaluna Rossa e le istituzioni caritative musulmane hanno donato i materassi per la notte e altri generi di prima necessità. Quando il bene è fatto in maniera gratuita, generosa e senza distinzione, mette in moto un bene ulteriore.
Ora la sfida più grande non è di tipo materiale: la sfida più grande è vincere la paura. I frati, durante questo periodo, hanno svolto un grandissimo lavoro di conforto e consolazione. Le ulteriori sfide sono necessariamente rivolte al futuro: il bisogno principale sarà quello di riparare e ricostruire le case ma anche i negozi, le officine e sostenere l’apertura di piccole attività che creino reddito, perché la gente non può vivere per sempre solo di carità.
Da parte nostra deve esserci l’impegno a sostenere i Cristiani della Siria perché – non dobbiamo dimenticarlo mai - sono i cristiani dai quali il Vangelo è partito per arrivare in buona parte del mondo.
Tutti dobbiamo sentirci in debito con questa chiesa che ha dato vita al primo grande impulso missionario verso l’Europa e verso l’Asia.