Domenica 29 Gennaio 2023
Anche quest’anno 2023, la ricorrenza della giornata dedicata ai malati del “morbo di Hansen” cade in un contesto internazionale pieno di tensioni.
Motivo di più per non chiudersi nel tentativo di salvarsi da soli, come spesso ci ricorda Papa Francesco. Vorrei allora prendere spunto dalle sue parole in occasione della giornata del malato per riflettere insieme su questa particolare malattia che è la lebbra anche ai giorni nostri.
Sul tema “«Abbi cura di Lui». La compassione come esercizio sinodale di guarigione”, il Messaggio del Papa mette in luce la figura evangelica del buon Samaritano quale esempio di compassione con il quale la Chiesa è invitata a misurarsi per “diventare un valido ospedale da campo”, e contrastare la condizione di solitudine e abbandono a cui sono lasciati molti fratelli e sorelle nel bisogno.
Nel testo, Papa Francesco evidenzia che la parabola del buon Samaritano “ci suggerisce come l’esercizio della fraternità, iniziato da un incontro a tu per tu, si possa allargare a una cura organizzata” e ricorda l’opera di sacerdoti, operatori sanitari, familiari e volontari “grazie ai quali ogni giorno, in ogni parte di mondo, il bene si oppone al male”. In questa prospettiva, il Santo Padre sottolinea infine che la Giornata Mondiale del Malato “non invita soltanto alla preghiera e alla prossimità verso i sofferenti”, ma allo stesso tempo “mira a sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie e la società civile a un nuovo modo di avanzare insieme”.
La cura particolare riservata ai malati di lebbra è un approccio che tiene conto delle varie dimensioni della persona; l’assistenza sanitaria, oltre a curare i disturbi fisici della persona, deve considerarne anche la dimensione sociale e psicologica.
Vi è poi il problema dello stigma sociale. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “lo stigma rimane una sfida per la diagnosi precoce e il completamento con successo del trattamento della lebbra”; la salute integrale è anche un imperativo per i malati di lebbra per quanto riguarda il loro benessere mentale.
Ben lo sanno i nostri Frati missionari del Burundi e della Guinea Bissau, della Papua Nuova Guinea e dell’estremo Oriente, essendo da decenni vicini ai fratelli e sorelle “lebbrosi”, che anche se guariti nel corpo, hanno sempre e ancora bisogno di un abbraccio francescano che guarisca il cuore: quello di chi l’abbraccio lo riceve e il cuore di chi lo dona.
Fr. Pietro Pagliarini
Animatore Provinciale Missioni ad gentes