Dall’inizio del 2022 a tutto luglio le persone richiedenti asilo arrivate in Italia risultano 42/43.000. Il dato, un po’ più alto di quello del 2021 alla stessa data (30.180), è da porre in rapporto con uno scenario mondiale in cui i rifugiati hanno raggiunto la cifra di 100 milioni (!), secondo le stime dell’UNHCR: il picco massimo da quando esistono statistiche sistematiche. L’allarme lanciato sugli arrivi nel mediterraneo è sovradimensionato e non tiene conto della realtà mondiale.
Come italiani siamo abituati a dare narrazioni vittimistiche di noi stessi e questa tendenza ci fa credere di essere “invasi” dai profughi irregolari mentre l’Europa è indifferente davanti alle nostre richieste di ridistribuzione. Cerchiamo di essere realisti, guardiamo le cifre.
Altri Paesi della Ue accolgono più rifugiati di noi: nel 2021 la graduatoria delle domande di asilo (Eurostat) ha visto ancora una volta al primo posto la Germania (148.200), seguita dalla Francia (103.800) e dalla Spagna (62.100). L’Italia era quarta (43.900), davanti alla piccola Austria (36.700).
Nel 2022 è successo però anche qualcosa di nuovo. In Italia sono stati accolti generosamente oltre 140 mila rifugiati ucraini, su dieci milioni di persone in fuga (stimate): difficile fornire cifre più precise, perché una parte va, viene, si sposta verso altri Paesi europei. L’Europa ha risposto all’esodo dall’Ucraina con 2 milioni di profughi accolti in Polonia, 900mila in Ungheria, 800 mila in Germania e 600mila in Romania.
fr. Guido Ravaglia