18 ottobre 2021
Festa di San Luca evangelista
– Ai Ministri provinciali, ai Custodi ai Presidenti di Fondazioni.
– A tutti i Frati dell’Ordine dei Frati Minori.
Cari Fratelli, Il Signore vi dia pace!
Il 14 novembre prossimo si celebra la V Giornata Mondiale dei Poveri e proprio due giorni prima, venerdì 12 novembre, Papa Francesco sarà pellegrino alla Porziuncola, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, per incontrare 500 poveri, provenienti da diverse parti di d’Europa, ascoltarli e dialogare con loro. Il Signor Papa ci dà ancora la testimonianza di un gesto molto eloquente. Sarò presente con altri fratelli a questo momento.
Ci sarò a nome di tutti voi. Ricevuta la notizia di questa visita, insieme a una grande gioia, ho sentito forte per tutti noi frati la provocazione di un gesto, che sarà compiuto proprio nel luogo dove tutti noi siamo nati. Il Papa non si limita a scrivere un messaggio, ma incontra la carne, il corpo stesso dei poveri, che è sacramento di Cristo, che per nostro amore si è fatto povero e si è voluto identificare con loro. Sono tornato con la memoria alle parole di san Giovanni XXIII, terziario francescano, il quale un mese prima dell’apertura del Concilio, disse con spirito profetico: La Chiesa si presenta quale è, e vuole essere, come la chiesa di tutti, e particolarmente la Chiesa dei poveri (Radiomessaggio ai fedeli di tutto il mondo, 11 settembre 1962). Questa consapevolezza della Chiesa di ogni tempo trova un testimone straordinario in San Francesco, come ci ha ricordato il Papa nel Suo Messaggio al nostro recente Capitolo generale: Rinnovare la propria visione: è ciò che è accaduto al giovane Francesco d’Assisi. Lo attesta egli stesso, raccontando l’esperienza che, nel suo Testamento, pone al principio della propria conversione: l’incontro con i lebbrosi, quando «ciò che era amaro gli si mutò in dolcezza di anima e di corpo» (Test 1-4). Alle radici della vostra spiritualità sta questo incontro con gli ultimi e con i sofferenti, nel segno del ‘fare misericordia”. Dio ha toccato il cuore di Francesco attraverso la misericordia offerta al fratello, e continua a toccare i nostri cuori attraverso l’incontro con gli altri, soprattutto con le persone più bisognose. Il rinnovamento della vostra visione non può che ripartire da questo e sguardo nuovo con il quale contemplare il fratello povero ed emarginato, segno, quasi sacramento della presenza di Dio. Da questo sguardo rinnovato, da questa concreta esperienza di incontro con il prossimo e con le sue piaghe, può nascere una rinnovata energia per guardare al futuro da fratelli e da minori, quali voi siete, secondo il bel nome di ‘frati minori’, che San Francesco ha scelto per sé e per voi.
Mi chiedo, nell’ascolto della mia coscienza e della voce del Signore, e lo faccio con ciascuno di voi: – Quanto sono consapevole che l’incontro con i poveri sta al cuore della mia vita di frate minore sui passi di Gesù, «Lui, che era ricco sopra ogni altra cosa, [e] volle scegliere in questo mondo, insieme alla beatissima Vergine, la povertà» (2LF I, 5: FF 182)? – Quanti momenti e occasioni ho avuto di incontro, di condivisione con dei poveri concreti? Sento che ciò mi ha “disturbato” e ri-messo in cammino? Oppure? – Spesso non mi difendo pensando che questa sia una dimensione troppo sociale e poco religiosa? Ma secondo la parola dei profeti nella Scrittura, i poveri non sono forse lo specchio nel quale vediamo se siamo ancora credenti? Dio li ha amati e ha voluto che suo Figlio fosse uno di loro. Lo stesso vale per gli apostoli e per tanti amici del Signore lungo la storia, non ultimi san Francesco, santa Chiara e sant’Elisabetta. Potrà l’incontro con il volto reale di alcuni poveri e sofferenti concreti, con il loro odore, con la loro presenza spesso sgradevole, con le domande che ci fanno, potrà finalmente muoverci e commuoverci? Indurci a conversione? Farci uscire dalle nostre tane, spesso troppo comode? Per questo, in quanto vostro ministro e servo e in comunione con il Definitorio generale, tramite questa lettera ho maturato nella preghiera di chiedere a tutti i Frati dell’Ordine e alle diverse fraternità nel mondo, di darsi nel mese di novembre almeno un momento concreto di incontro con i poveri. Non da soli, ma come fraternità, almeno due a due (cfr. Lc 10,1), per cercare un semplice incontro di presenza, vicinanza e servizio con qualcuno di loro, per bussare alla loro porta, come ha scritto il Santo Padre nel suo Messaggio per questa V Giornata. Ascoltiamo: Non possiamo attendere che i poveri bussino alla nostra porta, è urgente che li raggiungiamo nelle loro case, negli ospedali e nelle residenze di assistenza, per le strade e negli angoli bui dove a volte si nascondono, nei centri di rifugio e di accoglienza… È importante capire come si sentono, cosa provano e quali desideri hanno nel cuore. Facciamo nostre le parole accorate di Don Primo Mazzolari: «Vorrei pregarvi di non chiedermi se ci sono dei poveri, chi sono e quanti sono, perché temo che simili domande rappresentino una distrazione o il pretesto per scantonare da una precisa indicazione della coscienza e del cuore. […] Io non li ho mai contati i poveri, perché non si possono contare: i poveri si abbracciano, non si contano» (“Adesso” n. 7 – 15 aprile 1949). I poveri sono in mezzo noi. Come sarebbe evangelico se potessimo dire con tutta verità: anche noi siamo poveri, perché solo così riusciremmo a riconoscerli realmente e farli diventare parte della nostra vita e strumento di salvezza.
Nel Capitolo generale ci siamo di nuovo interrogati sulla nostra identità e l’abbiamo ravvisata nella fraternità e nella minorità. Possiamo discutere a lungo e ritrovarci sempre allo stesso punto.
Sono e siamo felici per la presenza del Santo Padre alla Porziuncola: certamente fa onore a quel luogo e a noi tutti, e nello stesso tempo ci spinge a uscire da noi stessi e dalle nostre case e attività ordinarie incontro ai poveri, e scoprire che la nostra identità è lì, ci aspetta, ci dà nuova luce, è possibile viverla oggi con gioia, anche in mezzo alle fatiche. Credo che a tutti noi sia possibile un passo del genere: ai ministri e a tutti i fratelli, ai giovani come agli anziani, ai frati impegnati nella pastorale come a quelli che studiano, ai novizi e candidati alla vita francescana come ai loro formatori, agli evangelizzatori come ai missionari, a quanti si sentono saldi nella vocazione e a quanti si fanno tante domande e forse guardano altrove. Questo perché incontrare i poveri non è un’attività né un’ideologia: è una porta di misericordia, sempre aperta. Scegliamo di attraversarla insieme e credo che ci verrà incontro una grande sorpresa dello Spirito, un importante nuovo inizio nella nostra vita evangelica. Non importa quanto siamo santi o peccatori: i poveri accolgono quel povero che è in ciascuno di noi, lo riconoscono e, se ci avviciniamo loro senza arroganza o timore, ci aiutano, sono loro anzi a farci camminare e a sostenerci. Se Papa Francesco sogna una Chiesa dei poveri, io sogno che nella nostra Fraternità universale sappiamo riscoprire e lasciarci incontrare dal volto dei piccoli e dei poveri, con i loro nomi e condizioni diverse. Credo che da questo incontro vissuto dal di dentro della nostra vocazione, noi frati riceveremo la grazia e potremo scegliere ancora di ri-diventare poveri, rivedendo il nostro rapporto con le cose, con il denaro, con il potere e con gli affetti. Dio sa quanto ne abbiamo bisogno, per non spegnerci in una vita troppo comoda e garantita, talmente lontana dalla condizione dei poveri da non farci più sentire la sete di Cristo e di una umanità viva e genuina, capace di spendersi.
«I poveri sono nostri maestri» (CG 93 §1): lasciamoci evangelizzare da loro! Il Signore ci aspetta presso di loro ed è pronto a regalarci grandi sorprese.
Lasciamoglielo fare, fratelli amati nel Signore, non opponiamo resistenza a quel desiderio, a quel soffio del carisma che lo Spirito suscita ancora, con una forza che noi, da soli, non sappiamo trovare. Prego e preghiamo tutti per questo. Ve lo chiedo nel nome di San Francesco: proviamo a fare questo passo verso i poveri nel mese di novembre e ne resteremo sorpresi! Il Signore ci precede e ci attende su questo cammino: scegliamo un gesto, andiamo verso una casa, un ospizio, l’infermeria dei frati malati, un carcere, un ospedale, un centro migranti, una periferia, una comunità di accoglienza e quanti luoghi ancora, per visitare Cristo nei suoi vicari, i poveri. E lasciarci trovare da Lui, che vuole ancora attrarre e accendere la nostra vita. Riceverò volentieri da chi di voi lo vorrà, una restituzione, un piccolo racconto di questo incontro con alcuni poveri, su come esso ha tenuta viva la fiamma della fede e della vocazione: potremo cominciare a narrare e scrivere il tratto di vita francescana che a noi è donato e richiesto per questo nostro tempo, così da poterlo trasmettere, con la vita e la parola, alla prossima generazione. Il Signore ci benedica e San Francesco sostenga in questo tempo benedetto e difficile il nostro desiderio di una nuova partenza nella nostra vocazione come fratelli, minori e poveri, alla ricerca del Volto del Signore sulle strade degli uomini e delle donne di oggi, capaci di incontro e testimonianza.
Vi abbraccio con tanto affetto e fraternità vostro ministro e servo
Fr. Massimo Fusarelli
Ministro Generale